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Un volontario racconta il supporto sanitario In Romagna a seguito dell'alluvione

Nella sede di Croce Bianca a Piacenza incontriamo uno dei volontari appena tornato da Forlì. Ciao Marvin, ci racconti del tuo viaggio in Romagna?
Volentieri, è stata una esperienza molto forte.

Siamo partiti in tre sull’automedica mercoledì alle 17 e siamo arrivati al pronto soccorso di Forlì solo alle 11 di sera. Con me c’erano Riccardo e Max.

Siamo usciti dall'autostrada A14 prima di Faenza con l’obiettivo di arrivare a Forlì. Dopo due ore di attesa è apparso evidente che non era possibile giungervi. Tutte le strade erano bloccate. Era anche molto difficoltoso comunicare con la centrale operativa 118, oberata di lavoro. Ad un certo punto ci hanno chiesto di andare a Ravenna.

Giunti a Ravenna ci hanno comunicato di raggiungere Forlì per strade alternative. Siamo riusciti a dre una piccola pausa a cena con grissini in un'autogrill, non c’era rimasto altro.

Arrivati a Forlì dove ci attendeva la nostra ambulanza portata dai colleghi di Piacenza in precedenza.

Ci hanno indirizzato ad un centro per anziani che andava evacuato. Abbiamo prelevato Adriana, di 94 anni, Bruna e Giuseppe, ottantenni. Li abbiamo trasportati alla 'Residenza al Parco', fuori dalla zona allagata.

Incontriamo Franco che ha 91 anni e ci dice: “sono stato volontario anch’io, per 16
anni. Sono certo che il bene porta bene. Il fatto che voi, da così lontano, siate qui lo dimostra". La residenza nel frattempo andava riempendosi di evacuati. Abbiamo lavorato sino alle 6 del mattino.

Siamo tornati a Piacenza, un breve riposo e nel pomeriggio di giovedì siamo tornati a Forlì. Non vi era la possibilità di prendere una pausa in loco.

Al ritorno ci hanno assegnato come prima missione una emergenza con trasporto in pronto soccorso. Tutto era allagato e non si distingueva la strada dai campi. Due vigili del fuoco a piedi ci precedevano per indicarci la strada. Successivamente abbiamo contribuito ad evacuare l’ospedale 'Marea Sicilia', durante la notte. Tutto al buio e ovviamente senza ascensore. I pazienti erano al terzo piano.
Le giornate sono state dure ma la riconoscenza di tutti ha sovrastato ogni sforzo. Ci sarà lavoro per mesi,
anche dopo l’emergenza. Credo che tornerò ad aiutare per spalare terra e fango.
Quanti mezzi sono andati da Piacenza? Dai vari comuni della provincia una decina di mezzi.
Cosa ti ha colpito di più? La forza d’animo delle persone e la loro tenacia. Alcune avevano perduto tutto ma mostravano una grande dignità e fiducia. Poi una immagine: una montagna di scarpe che i cittadini dellezone di Forlì non alluvionate avevano portato ad un centro di raccolta. Vi erano altri beni, ma mi ha colpito questa immagine della montagna di aiuti.